mercoledì 17 dicembre 2014

REGALARE UN PROFUMO VINTAGE ALLA CIECA

Il profumo, si dice, è una cosa personale. E' vero, però magari vuole regalarlo a tutti i costi senza sapere esattamente cosa piacesse a chi lo riceve. Un guaio, sarebbe meglio evitare. Ma se proprio si deve prendere un vintage al vecchietto/a, si può tentare con quelli che mediamente incontrano il gusto più degli altri. Che non vuol dire i più buoni, ma mediamente ben accettati . Cioè, quelli  dei quali difficilmente il ricevente potrà dire "Che schifo!" (ed è già un successo...).

Direi che sono:


DONNE:  J'ai Osè di Guy Laroche


UOMINI: Nobile di Gucci


UNISEX : Ho Hang di Balenciaga


Correte,siete già in ritardo...

venerdì 31 ottobre 2014

Davidoff - Zino Davidoff ,eau de toilette

Gran bel fougerone patchouli-based questo Zino Davidoff per uomo del 1988. Poco da dire, impianto classico ma in un'amalgama e proporzioni che lo tengono in crinale fra il tipico fougere classico/elegante da uomo e un orientale balsamico più interessante con le sue inserzioni scuro/ambrate. Legno di rosa, patchouli, lavanda, sandalo, geranio, cedro, sclarea e basi resinose non squillanti. Un porto sicuro, fra eleganza e bellezza. Un pizzico sotto il fulgore aromatico di Captain molyneux 1V, rispetto al quale Zino è senz'altro più ricco di ingredienti sintetici, e altettanto sotto la principesca eleganza calda di Heritage 1V (ma in Zino l'apertura è forse migliore rispetto allo spiazzamento iniziale di Heritage) ma siamo sui distinguo sottili. Un classico, e se lo merita. "Difetti"? Mah, forse l'equilibrio fra sclarea e bois de rose/linalolo , che è sempre un pò critico per quanto riguarda le dosi, e una leggera "saponatura" di troppo nei segmenti mediani. Datato? Poco, ma non è necessariamente un difetto. VOTO : 8,5 (su versione più vintage,quella con la scritta Zino Davidoff tutta in versione calligrafica)

martedì 2 settembre 2014

Paco Rabanne - Paco Rabanne pour homme , eau de toilette


Paco Rabanne uomo del 1973 è un classico del mercato di massa dell'epoca. Tipica acqua di toeletta con sentori di barberia. Ben costruita ma, per me,senza originalità e senza le punte di prodotti sul genere ma migliori come Gucci Nobile. Una discreta apertura fresco/pulita di lavanda-rosmarino con sentori mentolati.
Un decorso più sommesso ed amarognolo fra geranio e sclarea e con tocchi fra il muschiato e il dolce che preludono ad una base senza infamia ne lode. Per molti,essendo un profumo dei ricordi,è notevole.Per me no, ma de gustibus...
VOTO : 7,5 (versione vintage primi anni 80')

domenica 31 agosto 2014

IN ESTATE NON SI GIUDICANO I PROFUMI ; PERO' DA DOMANI SI RIPARTE

L'ultima recensione di un profumo è del 5 Luglio,quasi 2 mesi fa.Questo perchè,se si abita in zone calde ed umide, troppi fattori possono concorrere ad alterarlo,a partire dalla temperatura ed umidità della pelle e dell'ambiente. E si rischia di scoprire, mesi dopo, che il primo giudizio dato era un pò fallace. I profumi si guastano molto col caldo (e con l'umidità in generale). In estate non si giudica un profumo (le recensioni agostane dell'anno scorso erano già pronte da prima).Ma oggi è arrivata una perturbazione che abbasserà di diversi gradi la temperatura, sotto i 25 gradi, con venti che spazzano. Quindi da domani,1 Settembre,si ricomincia.Stay tuned.

martedì 22 luglio 2014

Condannati al vintage !

A parte qualche eccezione, il giudizio è dato: gli amanti del profumo buono sono condannati al vintage (o alla "first edition") !
Il parere quasi unanime di molti users è che i profumi negli ultimi anni vengono riformulati - cioè,cambiati- molto spesso.
E il giudizio generale è che in questi ritocchi la grande maggioranza di loro perda in profondità e in durata.
E' capitato a tanti profumi e sta capitando sempre di più : le nuove versioni, 9 volte su 10,  sono peggiorative. Con poche eccezioni, i profumi vecchi (e nuovi) stanno diventando più balordi a vista d'occhio.

Diventano tutti meno complessi, più "annacquati", e meno duraturi.
Sarebbe come scrivere solo romanzetti d'evasione o giornali di gossip,senza che nessuno possa più scrivere la "Recherche".
Appunto, cose senza profondità e complessità, solo cose superficiali e commerciali.
E , logicamente, gli amanti della profondità se la vanno a cercare dove si trova : nelle bottiglie più vecchie. Nel vintage.

D'altronde, chi non correrebbe a comprarsi qualche disco dei Genesis se le norme permettessero solo la scrittura di brani musicali come Gangnam Style e musica simile?
Con "vintage" non si intendono solo i profumi con almeno 20 anni , ma , per esempio, profumi di pochi anni fa che sono stati già cambiati in versioni giocattolo e che obbligano quindi a cercare la prima versione più buona, che magari era uscita solo 5/6 anni prima. Basti pensare a capisaldi recenti come Guerlain L'instant extreme EDP (2005, già riformulato/sbiadito!). Basti pensare alla corsa alla versione originale di Dior Homme Intense (2007) che si scatenò pochi anni fa quando una riformulazione, ad appena 3 anni dalla sua uscita, ne cambiò il profumo, anche se per il momento pare rientrata.La stessa cosa è successa con M7 di YSL, ricerca che sta ancora continuando,essendo la nuova versione solo un pallido ricordo della bellezza dell'originale. E così per tanti e tanti altri....
La lista è impressionante e la fuga dei clienti, a leggere i loro commenti sui forum, continua:

 Opium di YSL (1978) restò lo stesso (o quasi ,perchè è normale che ci siano leggere evoluzioni nel gusto)  per più di vent'anni, poi è stato massacrato negli ultimi 7/8 anni. 

Poi Egoiste di Chanel,  Fahrenheit di Dior, Kouros di YSL, Eau Savage di Dior, Dolce & Gabbana pour homme, Gucci Envy, Poison di Dior, Anais Anais di Cacharel,  Dolcevita di Dior, Chanel Pour monsieur, Magie Noire di Lancome, Le Male di Gaultier, ecc.ecc.Alcuni di loro avevano molto muschio di quercia, uno degli ingredienti più limitati dalle nuove norme, ma non tutti. E, comunque, sono stati riformulati anche un sacco di profumi recenti fra cui  : Chergui di Lutens (2005), L' Instant Extreme di Guerlain (2005), alcuni Amouage degli anni 2000, e in generale decine e decine di fragranze degli ultimi anni.

Questo succede per una serie di motivi fra cui :
1) Motivi di carenza di materie prime prima reperibili più facilmente
2) Motivi di naturale evoluzione/cambiamento dei gusti
3) Adattamenti alle normative e limitazioni (disastrose) di IFRA ed UE indicanti motivi di "salute dei consumatori", dietro alle quali in molti sospettano ci sia l'influenza di grandi case produttrici di aromachemical..
4) Motivi di risparmio economico per aumentare i margini di guadagno e diminuire i costi


Le ultime 2 cause sono senz'altro le più importanti. Ciò ha aperto una caccia al vintage o alla "prima edizione" e le case, probabilmente, stanno sottovalutando l'entità di questa fuga nel passato, la forza del virale su internet e il fatto che anche i giovani non siano così manipolabili e convincibili del fatto che "tutto va ben madama la marchesa".  A breve, dopo l'aggiornamento delle norme UE su questa questione, si vedrà che piega prenderà la cosa. E non è detto che il mercato resterà lo stesso, come volumi e qualità di scelta dei consumatori...



venerdì 11 luglio 2014

Profumi vintage e imprinting :

Accade per i profumi vintage come per la famosa madeleine di Proust  nella Recherche . Un odore (in quel caso fu un sapore), annulla di colpo una distanza spazio-temporale di decenni e ci ripiomba con forza nel nostro passato più o meno remoto, facendocelo immediatamente presente, qui ed ora.
Spesso la sensazione è molto forte, il riconoscimento è istantaneo e si accompagna a un turbinio di altre sensazioni non ben definite che sonnecchiavano nel nostro inconscio.
Un profumo del passato riporta più o meno chiaramente in vita una madre davanti allo specchio o in procinto di uscire,un padre che si avvia al lavoro o il semplice odore che c'era in bagno dopo la toilette di questi. Ricordi antichi e, proprio per questo, potentissimi, primordiali, cui nessun filtro razionale può impedire di colpirci dritti nel profondo con una scossa emotiva. Il "passato significativo".
O magari, meno lontanamente, riportarci alla memoria il profumo della sorella o fratello maggiore che andava a ballare, o quello che indossavano i/le primi/e fidanzatini/e oppure quello dei primi flaconi acquistati autonomamente in gioventù.
Essendo quelle sensazioni legate a fasi iniziali e formative dello sviluppo, sono molto potenti.Sono dei veri e propri "imprinting" , come l'etologo Konrad Lorenz definiva il processo di fissazione della paperetta Martina che appena uscita dal guscio vedeva un essere umano e si "convinceva" che quello era il suo riferimento di specie e lo seguiva come normalmente avrebbe seguito mamma papera. C'è un'impronta che si fissa indelebilmente e condizionerà tutto lo sviluppo e gli attaccamenti successivi.
Così è per gli odori e, quasi certamente, anche per i profumi.
Questo appare molto chiaramente in commenti dove, ad esempio, alla presenza del mandarino o della cannella negli ingredienti qualcuno rievoca le atmosfere natalizie di una volta in cucina, o dove alla presenza di oud dalla testa fruttata o di conifere con cineolo, si parla di medicinali per la tosse assunti sempre nell'infanzia,ecc.
E così si spiegano anche certe valutazioni molto alte su profumi vintage che , per quanto validi, non sembrano davvero eccelsi. Sono valutazioni "emotive", che attingono più al proprio imprinting remoto personale che ad un'analisi oggettiva. Ma, si sa, l'essere umano è fatto anche così, di sentimenti, ed è giusto che abbiano il loro spazio, specialmente sui giudizi estetici che sono sempre associati ad emozioni che per natura astraggono dalla sfera razionale (e sono le cose studiate dagli uffici marketing,è l'"ingegneria emotiva" ...).

sabato 5 luglio 2014

Fendi - Theorema , eau de parfum

Theorema da Fendi,1998, è un' outsider di rango del vintage italiano. Piace non poco, ha diversi innamorati ed è senz'altro apprezzabile per la sua originalità . Luca Turin ne parla molto bene. Si tratta di un profumo orientale-speziato-ed altro con tratti
nettamente gourmand . Esordisce con un goloso primo segmento fra limone/arancio e spezie/cannella con un fondo dolce. Scende in un cuore speziato che si fa più leggero ,dove il benzoino e la base dolce-ambrata iniziano a sentirsi di più. I vari passaggi sono analiticamente irriproducibili, la lista sarebbe lunga e noiosa. In sintesi, gli agrumi all'inizio, poi le tante spezie e la base di resine sono i tratti salienti in una sfida alla gravità fatta di molti ingredienti , che sta sul limite del barocco e del disordine senza però entrarvi. Poco marcati i fiori ed i legni, pur avvertibili. E' un profumo con alcuni passi molto gradevoli e a volte “ghiotti”. Per restare negli orientali, è più gourmand e meno speziato di Opium (o meglio, con tante spezie ma con la mano più leggera) , meno raffinato e più “sbragato” di Coco Chanel e di Karl Lagerfeld donna.
Bello, caldo e simpatico ma con qualche discontinuità . Probabilmente ha visto qualche riformulazione e/o ha una resa particolarmente diversificata a seconda della pelle, dato che qualcuno non nomina nemmeno il forte sentore iniziale di arancio (o tangelos ) mentre qualcun'altro lo descrive come un profumo “di legni e incensi” (?!) . VOTO : 8 ( Recensione su flacone vintage da 30ml in foto)

venerdì 4 luglio 2014

Jacques Fath - Ellipse , eau de toilette

PREMESSA : la recensione si basa su un mignon vintage reperito online sulla cui conservazione non v'è certezza, per quanto le note di testa sembrino presenti, e ciò solitamente rappresenta un buon indicatore dello stato generale.

Ellipse di Jacques Fath, anno di grazia 1972, un vero cult del vintage che praticamente non conosce il “non mi piace” nei voti dei pochi users che lo hanno provato (anche per motivi di portafoglio, essendo molto costoso). I commenti sono da sacro graal. Ha un sentore cipriato/verde con nuances floreali e tocchi coriacei ed animalici leggeri e gradevoli (bergamotto,galbano, muschio quercia, zibetto?,gelsomino,vetiver, ecc). Nel complesso, un cipriato elegante, rilassante e misurato , non si avvertono ingredienti particolarmente originali ma un'insieme molto ben assortito ed amalgamato con una misura perfettamente individuata. Il segreto di Ellipse sembra consistere in questo, nella partitura raffinata di proporzioni ed accostamenti di materiale già sentito. Bello, molto . Ma la maestria compositiva e l'odore sono 2 cose diverse, e per me un Ellipse è un pò sotto cose come Chamade, che pur non essendo un chypre in senso stretto gravita nella stessa sfera dei profumi “verdi/campestri” , non fosse che un floreale ben più pronunciato gli conferisce uno scatto in più rispetto ad Ellipse . Forse la somiglianza è maggiore con 2 dei cipriati finora trattati , Magie noire e Fendi donna prima versione. Rispetto al primo preferisco senz'altro Ellipse, dal secondo non siamo molto lontani. Per ora, e fino ad eventuale altro campione, VOTO : 8,5/9 (recensione su mignon vintage in foto metà anni 70' circa)



sabato 28 giugno 2014

Christian Dior - Eau Sauvage, eau de toilette

Eau Sauvage di Christian Dior ,del 1966, è una classica eau de toilette maschile-agrumata. Del classico trittico : Pour Monsieur di Chanel, Habit Rouge di Guerlain ed Eau Sauvage di Dior, quest'ultimo è il mio preferito, almeno nei primi 2-3 segmenti. L'apertura è molto bella : nettamente fresco-agrumata, ma con la combinazione basilico-rosmarino in aggiunta diventa davvero gradevole e raffinata. Dopo il primo segmento,il profumo scende rapido e poco differenziato verso il cuore dove con le speziature inizia a farsi sentire il vetiver e l'annuncio della base leggermente dolce, anche se in questo segmento finale sembra funzionare meglio la guerlinade di Habit Rouge.Per i fans delle prime formulazioni originali, l'attuale profumo è un tradimento (ma và?!Capita spesso..).Ha pochi toni del passato (qualcosa sì) e un bell'odore leggero e raffinato.Peccato, però, che sia un pò "sottile" e che duri poco,come contestano in molti.Pazienza,qui si osserva soprattutto l'estetica dell'odore più che la funzionalità.
Indi per cui,VOTO : 8,5 (recensione su versione vintage anni 90', diversa dalle prime ma anche da quelle degli ultimi anni)

domenica 22 giugno 2014

Krizia - Teatro alla Scala

 "Teatro alla Scala" di Krizia, classe 1985, si ottiene aggiungendo note dolci-floreali e un pizzico di  zibetto a cipriati d'epoca come Fendi Donna classico o Magie Noir. Di loro conserva quella certa sensualità afosa ma vi aggiunge una ricchezza un pò barocca riuscendo però a restare sempre in un ambito di una certa gradevolezza ed eleganza. E' un profumo grazioso e complesso, bello ma non eccezionale.  Ed è certamente "datato" ad un gusto d'epoca ben preciso. Miele, incenso ,vari fiori e un fondo solidamente terroso-radical-muschioso sono i suoi protagonisti olfattivi. La parte migliore è verso il fondo,segmenti 4 e 5. E' uno dei profumi più eclettici che ci sia, sul genere "di tutto un pò". E' provvisto sia di segmenti/passaggi sexy che golosi che floreali . Ha segmenti di varie fragranze famose, quasi un assemblaggio riassuntivo di quello che andava al tempo, una summa dell'epoca. Vi si riconoscono passi di Coco Chanel, di Fendi woman prima versione, di KL donna, di Magie Noir e vari altri. Un bello spaccato di fine anni 70'/inizio 80' in profumeria mainstream. Femminile, era ed è per chi allude alla seduzione ma con qualche fronzolo olfattivo in più , senza entrare in confusione come succede spesso a chi accumula troppi ingredienti. I voti affettivi qui si sprecano, molti lo lodano perchè lo portava la mamma. Comprensibile. Per me è VOTO : 8 almeno

mercoledì 18 giugno 2014

LANCOME - Sagamore, eau de toilette


Sagamore dell'85' è un altro stimato profumo della Lancome , una marca che negli anni 80' fu una fucina di classici di razza del vintage come Magie Noir, Sikkim, Balafre, Climat,ecc.. Anche questo è un profumo che quasi non conosce il "non mi piace" fra il voto degli users. Apre con un semplice , fresco e potente accordo lavanda, sclarea e petigrain/agrumi di grande bellezza e che rimanda vagamente all'apertura di Antaeus Chanel, solo un pò alleggerito. Vale la pena provarlo anche solo per questo primo segmento. Emergono presto i segmenti fioriti sottostanti,nel secondo si scende con una transizione che fa sentire lo zenzero e il contributo del cuore sandalo/fiorito e del 4 segmento, fra cuore e base, con apporti legnosi e un vago sentore di salato,sempre nella rarefatta e gradevole trasparenza di questo profumo. Trasparenza che nei segmenti centrali 3 e 4 rischia di sfiorare l'evanescenza, per la debolezza dell'intensità (bisogna calcare con la quantità...). Per fortuna il gusto resta buono e si scende verso la base tranquilli ed accompagnati da toni più morbidi/dolci , gradevolmente ambrati e piacevolmente differenziati, un pizzico femminili.Per intenderci, il quinto ed ultimo segmento assomiglia un pò a quello di Lagerfeld donna. Sagamore è un maschile ma molto unisex, per qualcuno è un cipriato ma io non ci sento niente o quasi di chypre. Cambia diversi registri durante la sua evoluzione, ma ad un primo segmento da oscar e ai 2 e 3 proprio belli seppur "esili", non ne seguono di altrettanto notevoli.E il sintetico si sente bene.
VOTO  8 (versione vintage scatola grigina con righe grigie alla base e in alto)

martedì 10 giugno 2014

Jacques Fath - Fath de Fath , parfum

Jacques Fath  ha firmato diversi profumi , fra cui alcuni famosi come il famigerrimo Ellipse , Expression e  Green Water. Fath de Fath è del 1953,qui annusato in una versione parfum da 15ml databile fra gli anni 60' e fine 70'.

 E' molto bello, esordisce con un'aldeidico-fruttato elegante per scendere poi a toni più floreali (tuberosa e molto altro) e piccanti-speziati e  ulteriormente verso sentori più  verdi-terrosi (vetiver e non solo). Nel terzo e quarto segmento alcuni passaggi floreali sono bellissimi e l'apporto dei singoli ingredienti non è facilmente distinguibile. Verso il fondo, un leggero tocco animalico. Complessivamente, è un pò "debole", ma con tratti di sottile,  estrema gradevolezza. E' sul genere  dei fruttato-floreali-orientali inebrianti , precursore dei Coco, Loulou  e Tresor degli anni 80' mantenendo però un tratto più misurato e signorile di questi, a parte forse Coco. Merita, ma questa assaggiata è una versione molto rara da trovare: fidatevi del parere, se riuscite. Per gli estimatori del vecchio "Fath de Fath", le ultime versioni sono improponibili, e comunque assai diverse dall'originale. Voto : 8/8,5 (versione vintagissima in foto)

domenica 8 giugno 2014

Ted Lapidus - Envol , eau de toilette

Envol di Ted Lapidus del 1981, ripreso da un omonimo profumo di Lancome degli anni 50', è un'altro di quei profumi su cui i pochi conoscitori si sperticano in lodi superlative. Buono, senza ombra di dubbio, ma mi pare un gradino sotto classici del genere floreale come Vivre di Molyneux per non parlare di Chamade di Guerlain. Rispetto ai quali non mantiene una certa solennità nell'eleganza pur introducendo,in quanto più recente, note ammodernate, e pur mantenendo un bel tono "verde" di fondo con la classica triade muschio/rosa/gelsomino. Quasi totalmente sprovvisto di base dolce, ha qualche dissonanza nel quarto segmento, fra cuore e base. Forse è più vicino a Valentino donna classic prima versione, quello con la scatola rossa e le righe chiare. Comunque; bello ed elegante, contento di averlo provato. Voto: 8/8,5

domenica 25 maggio 2014

LETTTERA ALLA COMMISSIONE UE SULLE NUOVE NORME EUROPEE SULLE FRAGRANZE


Il 14 maggio è scaduto il tempo utile per mandare le opinioni alla commissione della UE che sta lavorando alle nuove norme sulle fragranze. Servirà a poco, ma nel dubbio ho mandato anche qualche mia opinione,limitandomi agli aspetti economici:


14 Marzo 2014,
Gentili membri della Commissione Fragranze,
colgo il vostro invito ad esprimere pareri sulla “”fattibilità delle modifiche proposte””

““Competitività, mercati e commercio,””
Le proposte di modifica ucciderebbero la competitività, intesa come pricipio di diversificazione concorrenziale , e quindi plurimo e distribuito, della produzione. Al contrario, la loro formulazione avvierebbe fatalmente un processo di concentrazione (trust) a breve/medio termine. Il fatto è dovuto principalmente a 1) I maggiori costi produttivi per unità di prodotto visto l'aumento vertiginoso delle procedure necessarie per unità di prodotto (esperto esterno che certifica la sicurezza di ogni prodotto, Gc-ms per ogni prodotto,ecc.ecc.) , costi sostenibili solo da chi ha maggiori capitali 2) La proibizione/limitazione di molecole aromatiche da un vantaggio competitivo implicito per chi dispone di unità di ricerca/sviluppo di consistenza,possibili solo in grandi aziende che così vedranno aumentare le loro quote di mercato poiché soli potranno condizionare il mercato delle molecole alternative non esistenti in natura o comunque adattare e processare , adeguandole, le esistenti (ad esempio detrpenazione/dechetonizzazione/detujonizzazione,ecc). Sono procedimenti spesso alla portata di poche grandi aziende di aromi chimici nel mondo e di qualche grande casa di profumi/cosmetici. A questo si potrebbe ovviare soltanto limitando al massimo le proibizioni di molecole (magari ai soli certi agenti cancerogeni e ai pochi forti allergizzanti) e sviluppare la cultura e gli obblighi dell'etichettatura e dell'uso, nella produzione, di antiossidanti naturali o di sintesi.
Dal combinato disposto di a) ulteriore restrizione di molecole naturali e b)  aumento dei costi di certificazione per prodotto, risulteranno vincenti :

1)Le grandi case (non solo europee...) di aromachemicals
2)Pochi grandi case (non solo europee...) di profumi/cosmetici

Invece, verranno semidistrutte:
  1. Le realtà agricole,distributive e produttive attinenti la materia naturale aromatica (di cui molti stati europei sono ricchi)
  2. Le piccole e medie case produttrici in generale,numerose in molti stati europei. Questo porterebbe ad una ristretta concentrazione economica e territoriale della ricchezza e del lavoro.

    “”costi diretti e indiretti per le imprese, comprese le PMI,””
Le nuove regole che sono ventilate sembrano fatte apposta per selezionare spietatamente fra le PMI e lasciare un grande vantaggio alle grandi compagnie. Sapete che in giro si sta malignando che a Bruxelles vivono 15.000 lobbysti e che sulle fragranze molti di loro in questo periodo si stanno dando da fare...I più maligni sostengono che in seguito alle nuove norme, a breve solo 3- 4 grandi brand aromachemicals del pianeta e 3-4 grandi case di cosmetici/profumi sopravviveranno e si spartiranno un gigantesco mercato da migliaia di miliardi di valore. Il modo migliore per mettere in silenzio queste voci è di non adottare regole che facciano chiudere in un botto migliaia di PMI agricole,cosmetiche e distributive con carichi procedurali costosi. E' sufficiente imporre etichettature serie e fare controlli a campione sulle composizioni dei prodotti, con sanzioni proporzionate nel caso di irregolarità, e il mercato e i produttori sapranno trovare il modo di adeguarsi senza danni per le loro attività.
    “”regioni, settori o lavoratori,””
Il settore agricolo di Germania,Francia,Italia,Spagna,Croazia,ecc subirebbe un forte danno dalle limitazioni/proibizioni di ingredienti come : muschio di quercia,lavanda,agrumi,rosa,iris, narciso,artemisia,ginestra,cisto,ecc.ecc. Materiali naturali di primaria importanza per gli oli esssenziali e le essenze per industria cosmetica.
Ugualmente,tanti piccoli e medi produttori locali vocati a mercati di prossimità sul territorio, con prodotti per linee naturali, scomparirebbero. Stessa cosa per la distribuzione attinente. In Europa il danno locale complessivo (si pensi al Sud della Francia o dell'Italia) sarebbe notevole.

“”i paesi terzi e le relazioni internazionali,””
  • IL mercato del naturale si sbilancerebbe con forti richieste verso i paesi già ben posizionati come India,Cina,Marocco,Turchia,Madagascar,ecc, col risultato di togliere ingenti somme dall'Europa per portarle altrove. Ed in questo processo l'unico guadagno in questo taglio del naturale sarebbe per poche marche di aromi chimici, ma non potrebbe assolutamente compensare la perdita economica e di diffusione territoriale di ricchezza e lavoro che si avrebbe. Qualche migliaio di eventuali posti in più in poche fabbriche europee non sono confrontabili con le decine di migliaia di perdita di posti di lavoro in ampie regioni. Regioni in cui fra l'altro la tradizione è vecchia di secoli e le famiglie si adattano a vivere col poco che viene dalle loro coltivazioni.
    “”contesto macroeconomico””
  • Onestamente, la ratio di tutti questi processi che si stanno mettendo in moto sul versante delle fragranze, difficilmente vedrebbe un esito diverso da grandi concentrazioni vincenti di cui,alla fine, poche saranno le realtà europee. Andrà meglio ad USA ed India/Cina. 
  • Mentre la battaglia della ricchezza e specificità naturale europea potrebbe riservarci ancora soddisfazioni, l'approccio punitivo simil-IFRA è destinato a consegnare in mano ad interessi non europei quel che invece dovrebbe restare in mano nostra. Cioè, l'arte e la professione di far fragranze soprattutto grazie a materie naturali. Soprattutto grazie a produzione e distribuzione diffuse, perequate e non concentrate. Soprattutto alla tradizione consolidata e non all'improvvisazione dei nuovi arrivati. Soprattutto a tanti e non a pochi. Soprattutto a tutti gli interessi e non solo ai grandi interessi.

Saluti e buon lavoro,

sabato 17 maggio 2014

Guy Laroche - J'ai Osé , eau de toilette

J'ai sè di Guy Laroche, del 1978, altro stimatissimo vintage femminile. Qualcuno scomoda addirittura Mitsouko di Guerlain e in generale il coro dei consensi è alto. E' un fiorito/legnoso vagamente orientale. L'apertura è di agrumi e spezie con un pizzico di fruttato (la pesca) poi si apre il cuore boscoso e profumato di fiori, mediamente elegante ed equilibrato con qualche incursione nell'organico-vegetale (nel senso migliore,cioè dell'odore di materie del bosco,che gli viene da tanto sandalo e muschio di quercia/iris/vetiver/cedro) e nella sensualità. Ha una bella chiusura non molto dolce , in equilibrio fra natura ed eleganza, arrendevolmente compassata. In certi frangenti può indossarlo anche un uomo, ma non quando dovesse sottolineare la "virilità".In effetti potrebbe essere un'ibrido fra Magie Noire e Mitsouko. Bello, molto.Merita. Per me, un pizzico sotto i classiconi come Chamade e company per via del secondo segmento , fra testa e cuore, in cui qualcosa "stride" virando per un attimo su aspetti meno nobili dell'organico. Si ripiglia fulgido negli altri segmenti, ma l'inquietudine resta.
VOTO : 8,5/9 (recensione su edt vintage con scritta "Guy Laroche" in basso sulla scatola, se è scritto solo "Paris" è una versione successiva, meno gradita anche se somigliante)

venerdì 16 maggio 2014

Karl Lagerfeld - KL donna, eau de toilette

KL per donna,di Karl Lagerfeld è un'orientale speziato/dolce dei primi anni 80'. E' come un'Opium di YSL ma arrotondato, ammorbidito, un pizzico più gourmand. Ed in effetti la somiglianza col suo parente più noto di YSL è notevole, fino a pensare che i creatori vi si siano ispirati modificandolo per adattarlo ad un profilo meno "selvatico". 

Diciamo, un Opium in vena di smancerie. O un Coco Chanel più speziato, fate vobis. Comunque,le spezie non mancano certo in KL, coi chiodi e la cannella a farla da protagonisti, ma qui il tono dolce e cremoso del fondo si alza fin quasi alla testa del profumo. Che esordisce con uno spruzzo di agrumi arancia-bergamotto per entrare in un cuore speziato ma dolce/glamour e con gradevoli accenni floreali e un'accenno di zibetto. La base è ricca di screziature e diversificazioni di accenti nel dolce-vanillico in cui si percepiscono un leggero tostato, un amaro, il tocco strano dello stirene,ecc. cosa insolita e piacevole rispetto a certe vanigliature monodimensionali del mainstream. Anche questo è un profumo poco conosciuto ma molto apprezzato da chi lo ricorda. Bello,bravo a chi l'ha formulato .

 VOTO : 8,5 almeno ( versione vintage con scatola grigia con righine rosa e ventaglio stilizzato)

mercoledì 14 maggio 2014

Molyneux - Vivre, parfum

"Vivre" di Molyneux del 1971, una bella rivelazione . E' un'altro di quei profumi poco conosciuti ma che nei voti degli users quasi non conoscono il "non mi piace". Su Internet si legge che sarebbe stato il preferito dell'ex imperatrice dell'Iran ,Farah Diba Pahlavi . Fosse così, se ne capisce il perchè.
E' un profumo femminile (ma non mettiamo limiti alla provvidenza) di un'eleganza discreta ma decisa, formale ma luminosa. E' accattivante, ma si trattiene sempre al di quà della sensualità sfrontata di certi cipriati dell'epoca. Ne sexy nè di lusso, ma fascino ed eleganza nell'equilibrio. Vivre non vuole sedurre ma  manifestare ed esaltare chi lo indossa. Non è strumento di "cattura" ma di autoaffermazione. Testa e cuore sono gioiosi, se fosse una composizione musicale sarebbe un'allegro andante. E' definibile come un floreale puro o floreale aldeidico. Apre con un gran bell'accordo fra aldeidi-agrumi e spezie per poi lasciare presto il passo ad un cuore fiorito levigato dal sandalo e di grande bellezza e varietà, con rosa,gelsomino,iris e chi più ne ha... 

Verso la base, sandalo e muschio di quercia si fanno sentire bene.  Anche il fondo, lascia  una bella sensazione di crema ben profumata. Questo extrait de parfum (più raro della versione Eau de Toilette, di cui peraltro si parla benissimo) non entra mai nel gourmand, come d'altronde raramente succedeva all'epoca, al contrario di oggi. Il tono si mantiene sempre alto e brillante. Assomiglia a Valentino donna classico ( quello con scatola rossa ) rispetto al quale ha uno scatto di eleganza e radiosità in più e uno di sex-appeal in meno. Nonostante un leggero sentore di passato (e il rischio di sfumature organiche sgradevoli quando ci sono assieme tanto gelsomino e tanto muschio di quercia naturali..), Vivre è un profumo a torto poco frequentato e merita di divenire un classico. Ne ha la tempra. 

VOTO : 8,5/9 (recensione su versione Parfum in foto, anche la EDT d'epoca ha un'alta reputazione)

lunedì 12 maggio 2014

Guerlain - Habit Rouge, eau de toilette


Habit rouge di Guerlain, un maschile classe 1965. Per Luca Turin fra i primi 10 profumi maschili in assoluto. E' comunque un classico , per molti una specie di Shalimar al maschile, un simbolo di eleganza e classicità/nobiltà. In effetti già dall'apertura qualcosa di Shalimar fa capolino: apre con forti note agrumate di limone ma già  al fondo c'è un tocco di pelle e di vaniglia e, più leggera,  quella sensazione di talco morbido che è tipica di Shalimar. Bello,di un'eleganza classica ed etereo/leggero. Scendendo si arricchisce con un bel cuore complesso di belle note floreali e legnose, per poi lasciare il posto ad una sempre gradita base in caldo stile Guerlain. Molto gradevole e fatto benissimo, ma per me non esaltante. Le recenti riformulazioni non accontentano tutti, anche se l'Eau de Parfum sembra raccogliere  più consensi : è più dolce, più Shalimar-like e per qualcuno con vocazione unisex.
VOTO 8,5 (recensione su versione edt vintage anni 90',scatola rossa con quadrato al centro,la reputazione più alta l'ha l'after shave vintage)

Gucci Nobile eau de toilette

Su Nobile di Gucci , eau de toilette del 1988,  nei siti i commenti superlativi degli users si sprecano e nei voti non compare quasi mai un "non mi piace", qualcuno tira in ballo il "sacro Graal". E' un pilastro del fougere italiano, interrotto da anni, è carissimo . E' un maschile fresco pulito molto elegante e formale, ma arricchito con tocchi che ne scaldano un pò il carattere algido del classicone da barbiere , a partire dal dragoncello/estragone in testa col suo lieve sentore anisico e il leggero piccante aromatico del rosmarino, ottima inserzione. Il cuore è netto con una prevalenza floreale di geranio-gelsomino. Verso il basso tanto sandalo e tanto muschio di quercia. Notevole ed elegante, anche se resta  forte l'impressione che Nobile graviti nella sfera dei gusti estetici di un profumo da rasatura di fresco e di ragazzo/uomo perbene devoto a mammà, vestito per la festa del paesello della provincia italiana (il che può essere un vantaggio per chi è interessato di folklore popolare). Sul genere preferisco Dolce e Gabbana prima maniera, più dinamico ed attuale, sempre nell'eleganza, e meno "inamidato" ed impinguinato. E, su un versante più esotico, Heritage edt vintage con la sua eleganza calda. Comunque ; buono e bello e benfatto, conformista ma coi fiocchi. Da provare, magari qualcuno ci si riconosce più di me. VOTO : 8,5 (Recensione su versione primi anni 90')

mercoledì 30 aprile 2014

Yves Saint Laurent - M7

M7 di YSL è un vintage contemporaneo, del nuovo millennio.
Qui vintage non sta tanto per "oltre i 20-25 anni" ma sta per "interrotto" o "riformulato". Significa che è scomparso nella sua formula -e quindi odore- originaria.

 La prima edizione è del 2002 ma già nel 2008 veniva cambiata. Pare che il fiasco commerciale (nonostante il bell'uomo con tanto di attributi in mostra per il suo lancio pubblicitario) sommato al costo già lievitante del carissimo legno di oud, di cui M7 prima versione è ricco, imponesse questo passo.
Mal gliene incolse. Da anni i forum pullulano di "shame!" per la sospensione di questo splendido profumo . Fortuna volle che mi c'imbattessi recentemente (pagandolo 6€ la bottiglia quasi piena, roba da autoschiattare d'invidia..) e proprio in un flacone del primo anno di  produzione , anno di grazia 2002.
Che dire, un profumo come un sogno. Con qualche nuance in cima che può suonare dissonante a causa di un oud probabilmente con una nota di testa leggermente animalica, come capita. Ma squisito, di razza, versatilissimo, indossabile da mane a sera più o meno in qualsiasi ambiente e circostanza ed in ogni stagione. Maschile ma con spiccata vocazione unisex. E bello, bello, bello.
Non c'è altro da dire , inutile l'elenco delle (poche) note che ognuno può guardarsi. La combinazione dell'ambra dolce di fondo con il rosmarino e l'agrume in testa più l'oud, è azzeccatissima. E ce n'è 'scito fuori questo avvincente succo dolce/ambrato/legnoso. Uno dei pochi del nuovo millennio a meritarsi la definizione di "classico".Gli aficionados dicono che ne la nuova versione nè quella più corposa ("Oud Absolu") siano convincenti a paragone con la prima.

VOTO : 9-9,5 (recensione basata su edt prima versione del 2002)

mercoledì 16 aprile 2014

"SOS PER IL PROFUMO ! " : La petizione di Parfumo.de alla UE


http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/e3/Pine_resin.jpg?uselang=it

Il sito Parfumo.de ha pubblicato la petizione rivolta alle autorità tecniche che per l'Unione Europea stanno vagliando le opinioni in vista delle nuove norme e limitazioni per gli ingredienti naturali (e non solo) dei profumi, che ormai restringerebbero le possibilità di uso e stravolgerebbero oltremodo i profumi.
Chi è interessato può leggerla e firmare QUI.
Difende la storia,la cultura e l'economia del profumo. E' vera l'opinione che con le petizioni non si va lontanissimo,sarebbe molto meglio boicottare apertamente alcune major aromachemicals e i nuovi profumi comprando magari solo i profumi vintage, mediamente superiori ai nuovi profumi usciti negli ultimi anni che sono a base prevalente di sintetici balordi e piatti (con qualche lodevole eccezione) cui ormai è difficile attribuire la qualifica di "profumo", sarebbe meglio chiamarli "liquidi odorosi".
Ma anche queste azioni possono aiutare,specie se condivise da qualche blog famoso che può far da volano per l'indignazione della gente e magari portare ad azioni in futuro più mirate ed efficaci.
E' chiaro che l'efficacia massima la si ha dove si vanno a COLPIRE DIRETTAMENTE GLI INTERESSI ECONOMICI.
 I soldi,tanto per parlar chiaro.
Speriamo di passare presto a questa fase.

lunedì 3 marzo 2014

L'"attacco finale" delle lobby agli oli naturali e ai profumi? Un dibattito mondiale (e il silenzio italiano)

I FATTI
Negli ultimi 15-20 giorni è in corso a livello planetario un acceso dibattito rilanciato dalle notizie sui nuovi regolamenti dell'Unione Europea nel settore dei profumi e della cosmesi più in generale.
 Da lì il dibattito si è subito allargato all'IFRA, il convitato di pietra, l'associazione internazionale nota per le sue eccessive (e per molti sospette) limitazioni e proibizioni di materiali naturali.
Interessante notare come solo in Italia ci sia un silenzio quasi assoluto,con poche eccezioni,su questo intenso dibattito.
Dall'estero:
--Qualcuno parla di fine del profumo naturale
-- qualche blog smorza i toni pur riconoscendo il problema ,
-- chi come Fragrantica decide di presentare la posizione critica titolando sulla "cospirazione",
-- chi come la forte industria francese dei profumi si preoccupa avvisando che il 90% dei prodotti dovrà essere cambiato/riformulato. E ciò potrebbe spaccare il fronte dei grandi interessi. A meno che non trovino accordi fra loro. Una specie di scambio dove entrambi hanno qualcosa da guadagnare.E qualcuno maligna che le nuove regole UE imposte ai produttori di certificare i profumi con analisi da pagare, esperti certificatori che si assumano le responsabilità, ecc siano clausole costose e complicanti messe per sfoltire la concorrenza dei piccoli produttori indipendenti alle grandi case...

Il timore è che la filosofia IFRA (e degli interessi di alcuni giganti dell'aromachemical che le stanno dietro) nei fatti riesca a passare anche a livello UE, mentre fino ad ora era egemone oltreoceano.
In sintesi, molti fra i più critici di questa cosa, vedono un disegno che viene da lontano e che punterebbe a sostituire gli oli naturali con sostanze di sintesi prodotte da molte delle grandi marche aderenti all'IFRA. O comunque,imporre limitazioni agli usi in modo tale che alla fine si debba comperare da quelle case i prodotti (magari muschio "filtrato" dalle molecole presuntamente tossiche o irritanti/sensibilizzanti o cancerogene, agrumi ,legni, fiori e balsami rettificati /detujonizzati /dechetonizzati /deterpenati ,ecc.ecc).
Se si pensa che solo il mercato mondiale della profumeria ammonta a 35/40 miliardi di dollari (cui andrebbe aggiunta la cosmesi con creme ,oli e vari per mani/viso/corpo,shampoo,detergenti,ecc.) in crescita , è facile capire qual'è la posta in gioco dietro l'apparentemente astrusa questione "naturale vs. sintetico".
Gli elementi contestati passerebbero dagli attuali 26 a circa 90/100,compreso l'olio di rosa (già limitato per alcune singole molecole) o il precedentemente innocuo legno di sandalo.
Anche le procedure di test di laboratorio per la rilevazione dell'allergia ed altro sono contestate nella loro validità scientifica. Nei nuovi test andranno anche a cercare dei potenziali "perturbatori ormonali". L'impressione è che vogliano davvero arrivare a "trovar qualcosa" che fa male, per forza, in tutti gli ingredienti naturali che gli conviene.
E, maligna qualcuno, non sarebbe la prima volta che gli scienziati e gli studi siano condizionati...
Non ha torto chi afferma che mettere solo un'etichetta di avvertenza per dei killer micidiali come fumo ed alcool e poi non fare lo stesso coi profumi e gli oli naturali, sia una follia.
 Ma il denaro e gli interessi superano la logica.


LE REAZIONI
 --Qualcuno apre pagine Facebook allarmate in difesa della profumeria tradizionale
--Qualcuno scrive lettere aperte appassionate alla consultazione pubblica aperta dall'UE nei prossimi tre mesi per avere pareri su queste cose ( li leggeranno?)
--Altri mandano direttamente il parere (non si ha notizia di mail-bombing organizzato) all'UE all'apposito  indirizzo mail  a disposizione che si trova quasi in fondo a questa pagina.
--Altri postano sui blog inviti a boicottare i nuovi profumi e ad acquistare solo i vintage o quelli fatti con alta percentuale di oli naturali e ad aprire un sito mondiale di protesta

Probabilmente, l'approccio più sensato e di vera difesa del consumatore e non di altri interessi, è quello di vietare solo le cose scientificamente cancerogene/genotossiche e solo se pericolose nella misura usata mediamente da una persona che si profuma E non, attaccandole in cerotti sulla pelle con dosi massiccie per settimane come fanno nei  test.
 E per il resto lasciare il libero uso mettendo solo un'etichetta di avvertenza dove sono contenuti forti allergeni o che possono sensibilizzare se usati con continuità.
E la profumeria dovrebbe iniziare a specializzarsi come fanno in altri settori,facendo linee apposite per gli allergici,per le donne incinte,ecc.
Questa è razionalità, ma si sa che il potere del denaro è spesso più forte della razionalità...

lunedì 24 febbraio 2014

Molyneux - Captain Molyneux

Captain Molyneux , anno di grazia 1975 , è un tripudio di naturale verde-aromatico-fougere. E' un profumo tracotante,  intenso di un'aromatico sfrontato e un pò guascone. Se Heritage di Guerlain è Sean Connery in bottiglia, Captain Molyneux è Chuck Norris in bottiglia. Ma è bello,bello,bello.

Un datato non datato,cioè, destinato a diventare un classico. "Classico" è qualcosa che per convenzione è riconosciuto come canone di riferimento in virtù del suo rango.
Quindi ,nonostante il gusto sia quello della sua epoca, Captain Molyneux sorvola tranquillamente la definizione di "datato" per involarsi nel pantheon delle cose valide per sempre.
Ci riesce perchè a differenza di molti suoi profumi coevi schiva ciò che potrebbe inchiodarlo solo a quell'epoca : non esagera con l'animalico, non  rimanda strettamente ad un barbiere, non è solo elegante ne solo ruspante ma un'ottimo ibrido. E zaffate di natura, fra lavanda, anisico, muschio, erbe aromatiche, legni, ecc.  Fra quelli venuti dopo, gli assomiglia Ebene di Balmain che ha un pizzico di eleganza in più ma un pò di natura in meno.
Il bigliettino che accompagna la confezione cita diversi ingredienti, ma se ne sentono molti altri non citati .
Bravo,VOTO : 9 (solo perchè i miei gusti personali vorrebbero uno zibetto ancora più contenuto.Recensione su prima versione vintage, quella col disegno argentato e non bianco)

lunedì 17 febbraio 2014

Profumi vintage "andati a male"? Un contestato articolo di Fragrantica

Fragrantica, il sito più frequentato di profumi a livello mondiale, ha pubblicato un articolo della brava Elena Voszniaki di Perfumeshrine dove i profumi vintage vengono descritti come perlopiù svaporati, alterati, scuri,ecc. lasciando l'impressione che siano un pò balordi e quindi sia meglio acquistare i prodotti nuovi...
La cosa NON è assolutamente vera ed automatica. Per esperienza diretta,comprare un profumo di 20/25/30 anni o più - sigillato,  ma anche se aperto e successivamente ben conservato-  può restituire più o meno lo stesso profumo di 20/25/30 anni prima.
La vera differenza la fanno l'uso e la conservazione :
1) Il fatto che sia stato già aperto o meno (e la frequenza con cui lo si è aperto). Ma anche se aperto e poi ben richiuso e conservato l'alterazione sarà molto bassa, quasi nulla.
2)La temperatura che dev'essere fresca.
3)La quantità di aria nella bottiglia che deve essere il più bassa possibile ; cioè, naturalmente è meglio un profumo quasi pieno che uno quasi vuoto.
4)La luce che dev'essere bassa.

Non si può negare che se non si sono osservate le regole sopra ci si possa trovare di fronte a ciofeche che sono l'ombra di ciò che furono: profumi scurissimi in cui la degradazione biologica è andata avanti a passi da gigante, profumi privi o quasi delle note di testa,ecc. Specialmente se erano profumi ad alta percentuale di oli essenziali rispetto all'alcool (quindi più facilmente gli EDP che gli EDT ed EDC).

Conta anche la natura degli oli presenti: si sa che gli agrumi e le conifere degradano/spariscono per primi, e ci si può trovare un profumo squilibrato a vantaggio degli ingredienti più duraturi e meno corruttibili nel tempo come il legno di sandalo,ecc.
Ma, basta avere  acquistato almeno una volta un bel profumo d'epoca sigillato o ben conservato per sapere che è più o meno lo stesso di 20/25 e più anni prima.
Qualcuno nei post di risposta parla apertamente di "bugie" ed ipotizza malignamente che ci sia una sorta di panico delle case e dei produttori di aromachemicals per la rinascita del vintage e molti dicono apertamente che con le nuove norme del'IFRA e della UE e la "tirannia" del sintetico indotta da queste, gran parte dei profumi attuali non valgono l'acquisto perchè non sono  buoni.
I grandi interessi economici all'assalto del passato? Chi vivrà vedrà...

giovedì 9 gennaio 2014

Guerlain - Chamade , eau de toilette per donna

Chamade di Guerlain (1969) , l'odore di una musa dei prati. 
Dire "il più bello", di un profumo, è sempre un pò impegnativo, ma Chamade è senz'altro fra i primi floreali femminili in assoluto. Senza i fuochi d'artificio di Shalimar o le sdolcinature e fruttature di tanti profumi sul genere floreale. Sta sulla pelle come una pennellata di succo di fiori di rara delicatezza ed eloquenza.
Garbato e bello fin dall'apertura, questo fiorito orientale esordisce con la luce di galbano e giacinto e un pizzico di aldeidi (queste non mi piacciono) e si sviluppa lungo un continuum di fioriture  fra lillà e rosa, gelsomino e giglio , con alcuni passaggi di bellezza straziante nelle sezioni medie fra la testa e la base.
Base dolce e screziata di resine orientali varie (non una vera e propria Guerlinade) che con discrezione, ma sofisticatamente, si annuncia già dalle prime battute per accompagnare in sottofondo lo sgranarsi floreale e poi aumentare progressivamente fino alla tipica chiusura polveroso/cipriata .
E' un profumo a luce verde. E' raffinato ma non "di lusso", è di più : perchè è il profumo della bellezza delle cose semplici che ci circondano. Non fosse per quelle aldeidi e per un pizzico di tono d'antan generale, s'affiancherebbe a Shalimar sull'Olimpo. Comunque, sta poco sotto la cima. "No place for brass monkey"
 VOTO : 9/9,5 (recensione su versione vintage del 1993) 

sabato 4 gennaio 2014

Lancome - Magie Noire , eau de toilette

Icona indimenticata del periodo a cavallo fra gli anni 70' e gli 80' (1978).
Nella profumeria femminile mainstream dell'epoca vi fu un momento in cui c'erano solo Opium per gli orientali speziati e Magie Noire per i chypree. Intendendo quelli a cipriatura calda, cioè con tanto muschio di quercia,senza che vi siano necessariamente gli altri 2 ingredienti che definiscono  tecnicamente un "cipriato": il bergamotto e il cisto/labdano.
Le donne meno convenzionali e più grintose preferivano Opium, le altre Magie Noire.
Definito in tanti modi : profumo da streghe, erotico,esotico, misterioso, ambra orientale,ecc, Magie Noire è soprattutto un caldo ed afoso erbaceo-cipriato. Con tanto muschio di quercia.
Annusato dalla bottiglietta è intrigante e delizioso.
Apre con note erbacee e di verdura (da qui forse la nomea di pozione stregata) e continua con sentori cipriato-caldi senza che si riescano a distinguere note particolari a parte forse un netto galbano - che gli dona luminosità nel generale tono scuro - e il giacinto.
Scende verso le sezioni medie dove ci sono alcuni attimi di notevole bellezza in cui emergono la rosa e fiori bianchi.
Scendendo ulteriormente si fa più vivo lo zibetto ma anche la base dolce, senza rompere il quadro complessivo di indolente e confortevole lussuria cipriata.
Bello, di sicuro. 
Ma, ai miei occhi olfattivi, discontinuo nella resa.
Per capirci, non ha la continuità nella bellezza di un Ho Hang . Oltre ad un'apertura strana, ha dei "buchi" nella resa , dove momenti molto intensi si accompagnano a fasi dove vivacchia benino, senza infamia ne lode. Sul genere, gli preferisco il primo Fendi donna. Per non parlare di Chamade Guerlain, che però ha una resa più innocente e meno "maliziosa" di questi due.
Sempre che il campione che ho reperito non fosse mal conservato, Magie Noire ha più valore iconico e di reliquia che profumistico in senso stretto. 
 Per ora , e fino ad altra verifica, per me VOTO : 8/8,5 (recensione basata su campione vintage con le bande colorate a "V")