domenica 25 maggio 2014

LETTTERA ALLA COMMISSIONE UE SULLE NUOVE NORME EUROPEE SULLE FRAGRANZE


Il 14 maggio è scaduto il tempo utile per mandare le opinioni alla commissione della UE che sta lavorando alle nuove norme sulle fragranze. Servirà a poco, ma nel dubbio ho mandato anche qualche mia opinione,limitandomi agli aspetti economici:


14 Marzo 2014,
Gentili membri della Commissione Fragranze,
colgo il vostro invito ad esprimere pareri sulla “”fattibilità delle modifiche proposte””

““Competitività, mercati e commercio,””
Le proposte di modifica ucciderebbero la competitività, intesa come pricipio di diversificazione concorrenziale , e quindi plurimo e distribuito, della produzione. Al contrario, la loro formulazione avvierebbe fatalmente un processo di concentrazione (trust) a breve/medio termine. Il fatto è dovuto principalmente a 1) I maggiori costi produttivi per unità di prodotto visto l'aumento vertiginoso delle procedure necessarie per unità di prodotto (esperto esterno che certifica la sicurezza di ogni prodotto, Gc-ms per ogni prodotto,ecc.ecc.) , costi sostenibili solo da chi ha maggiori capitali 2) La proibizione/limitazione di molecole aromatiche da un vantaggio competitivo implicito per chi dispone di unità di ricerca/sviluppo di consistenza,possibili solo in grandi aziende che così vedranno aumentare le loro quote di mercato poiché soli potranno condizionare il mercato delle molecole alternative non esistenti in natura o comunque adattare e processare , adeguandole, le esistenti (ad esempio detrpenazione/dechetonizzazione/detujonizzazione,ecc). Sono procedimenti spesso alla portata di poche grandi aziende di aromi chimici nel mondo e di qualche grande casa di profumi/cosmetici. A questo si potrebbe ovviare soltanto limitando al massimo le proibizioni di molecole (magari ai soli certi agenti cancerogeni e ai pochi forti allergizzanti) e sviluppare la cultura e gli obblighi dell'etichettatura e dell'uso, nella produzione, di antiossidanti naturali o di sintesi.
Dal combinato disposto di a) ulteriore restrizione di molecole naturali e b)  aumento dei costi di certificazione per prodotto, risulteranno vincenti :

1)Le grandi case (non solo europee...) di aromachemicals
2)Pochi grandi case (non solo europee...) di profumi/cosmetici

Invece, verranno semidistrutte:
  1. Le realtà agricole,distributive e produttive attinenti la materia naturale aromatica (di cui molti stati europei sono ricchi)
  2. Le piccole e medie case produttrici in generale,numerose in molti stati europei. Questo porterebbe ad una ristretta concentrazione economica e territoriale della ricchezza e del lavoro.

    “”costi diretti e indiretti per le imprese, comprese le PMI,””
Le nuove regole che sono ventilate sembrano fatte apposta per selezionare spietatamente fra le PMI e lasciare un grande vantaggio alle grandi compagnie. Sapete che in giro si sta malignando che a Bruxelles vivono 15.000 lobbysti e che sulle fragranze molti di loro in questo periodo si stanno dando da fare...I più maligni sostengono che in seguito alle nuove norme, a breve solo 3- 4 grandi brand aromachemicals del pianeta e 3-4 grandi case di cosmetici/profumi sopravviveranno e si spartiranno un gigantesco mercato da migliaia di miliardi di valore. Il modo migliore per mettere in silenzio queste voci è di non adottare regole che facciano chiudere in un botto migliaia di PMI agricole,cosmetiche e distributive con carichi procedurali costosi. E' sufficiente imporre etichettature serie e fare controlli a campione sulle composizioni dei prodotti, con sanzioni proporzionate nel caso di irregolarità, e il mercato e i produttori sapranno trovare il modo di adeguarsi senza danni per le loro attività.
    “”regioni, settori o lavoratori,””
Il settore agricolo di Germania,Francia,Italia,Spagna,Croazia,ecc subirebbe un forte danno dalle limitazioni/proibizioni di ingredienti come : muschio di quercia,lavanda,agrumi,rosa,iris, narciso,artemisia,ginestra,cisto,ecc.ecc. Materiali naturali di primaria importanza per gli oli esssenziali e le essenze per industria cosmetica.
Ugualmente,tanti piccoli e medi produttori locali vocati a mercati di prossimità sul territorio, con prodotti per linee naturali, scomparirebbero. Stessa cosa per la distribuzione attinente. In Europa il danno locale complessivo (si pensi al Sud della Francia o dell'Italia) sarebbe notevole.

“”i paesi terzi e le relazioni internazionali,””
  • IL mercato del naturale si sbilancerebbe con forti richieste verso i paesi già ben posizionati come India,Cina,Marocco,Turchia,Madagascar,ecc, col risultato di togliere ingenti somme dall'Europa per portarle altrove. Ed in questo processo l'unico guadagno in questo taglio del naturale sarebbe per poche marche di aromi chimici, ma non potrebbe assolutamente compensare la perdita economica e di diffusione territoriale di ricchezza e lavoro che si avrebbe. Qualche migliaio di eventuali posti in più in poche fabbriche europee non sono confrontabili con le decine di migliaia di perdita di posti di lavoro in ampie regioni. Regioni in cui fra l'altro la tradizione è vecchia di secoli e le famiglie si adattano a vivere col poco che viene dalle loro coltivazioni.
    “”contesto macroeconomico””
  • Onestamente, la ratio di tutti questi processi che si stanno mettendo in moto sul versante delle fragranze, difficilmente vedrebbe un esito diverso da grandi concentrazioni vincenti di cui,alla fine, poche saranno le realtà europee. Andrà meglio ad USA ed India/Cina. 
  • Mentre la battaglia della ricchezza e specificità naturale europea potrebbe riservarci ancora soddisfazioni, l'approccio punitivo simil-IFRA è destinato a consegnare in mano ad interessi non europei quel che invece dovrebbe restare in mano nostra. Cioè, l'arte e la professione di far fragranze soprattutto grazie a materie naturali. Soprattutto grazie a produzione e distribuzione diffuse, perequate e non concentrate. Soprattutto alla tradizione consolidata e non all'improvvisazione dei nuovi arrivati. Soprattutto a tanti e non a pochi. Soprattutto a tutti gli interessi e non solo ai grandi interessi.

Saluti e buon lavoro,

sabato 17 maggio 2014

Guy Laroche - J'ai Osé , eau de toilette

J'ai sè di Guy Laroche, del 1978, altro stimatissimo vintage femminile. Qualcuno scomoda addirittura Mitsouko di Guerlain e in generale il coro dei consensi è alto. E' un fiorito/legnoso vagamente orientale. L'apertura è di agrumi e spezie con un pizzico di fruttato (la pesca) poi si apre il cuore boscoso e profumato di fiori, mediamente elegante ed equilibrato con qualche incursione nell'organico-vegetale (nel senso migliore,cioè dell'odore di materie del bosco,che gli viene da tanto sandalo e muschio di quercia/iris/vetiver/cedro) e nella sensualità. Ha una bella chiusura non molto dolce , in equilibrio fra natura ed eleganza, arrendevolmente compassata. In certi frangenti può indossarlo anche un uomo, ma non quando dovesse sottolineare la "virilità".In effetti potrebbe essere un'ibrido fra Magie Noire e Mitsouko. Bello, molto.Merita. Per me, un pizzico sotto i classiconi come Chamade e company per via del secondo segmento , fra testa e cuore, in cui qualcosa "stride" virando per un attimo su aspetti meno nobili dell'organico. Si ripiglia fulgido negli altri segmenti, ma l'inquietudine resta.
VOTO : 8,5/9 (recensione su edt vintage con scritta "Guy Laroche" in basso sulla scatola, se è scritto solo "Paris" è una versione successiva, meno gradita anche se somigliante)

venerdì 16 maggio 2014

Karl Lagerfeld - KL donna, eau de toilette

KL per donna,di Karl Lagerfeld è un'orientale speziato/dolce dei primi anni 80'. E' come un'Opium di YSL ma arrotondato, ammorbidito, un pizzico più gourmand. Ed in effetti la somiglianza col suo parente più noto di YSL è notevole, fino a pensare che i creatori vi si siano ispirati modificandolo per adattarlo ad un profilo meno "selvatico". 

Diciamo, un Opium in vena di smancerie. O un Coco Chanel più speziato, fate vobis. Comunque,le spezie non mancano certo in KL, coi chiodi e la cannella a farla da protagonisti, ma qui il tono dolce e cremoso del fondo si alza fin quasi alla testa del profumo. Che esordisce con uno spruzzo di agrumi arancia-bergamotto per entrare in un cuore speziato ma dolce/glamour e con gradevoli accenni floreali e un'accenno di zibetto. La base è ricca di screziature e diversificazioni di accenti nel dolce-vanillico in cui si percepiscono un leggero tostato, un amaro, il tocco strano dello stirene,ecc. cosa insolita e piacevole rispetto a certe vanigliature monodimensionali del mainstream. Anche questo è un profumo poco conosciuto ma molto apprezzato da chi lo ricorda. Bello,bravo a chi l'ha formulato .

 VOTO : 8,5 almeno ( versione vintage con scatola grigia con righine rosa e ventaglio stilizzato)

mercoledì 14 maggio 2014

Molyneux - Vivre, parfum

"Vivre" di Molyneux del 1971, una bella rivelazione . E' un'altro di quei profumi poco conosciuti ma che nei voti degli users quasi non conoscono il "non mi piace". Su Internet si legge che sarebbe stato il preferito dell'ex imperatrice dell'Iran ,Farah Diba Pahlavi . Fosse così, se ne capisce il perchè.
E' un profumo femminile (ma non mettiamo limiti alla provvidenza) di un'eleganza discreta ma decisa, formale ma luminosa. E' accattivante, ma si trattiene sempre al di quà della sensualità sfrontata di certi cipriati dell'epoca. Ne sexy nè di lusso, ma fascino ed eleganza nell'equilibrio. Vivre non vuole sedurre ma  manifestare ed esaltare chi lo indossa. Non è strumento di "cattura" ma di autoaffermazione. Testa e cuore sono gioiosi, se fosse una composizione musicale sarebbe un'allegro andante. E' definibile come un floreale puro o floreale aldeidico. Apre con un gran bell'accordo fra aldeidi-agrumi e spezie per poi lasciare presto il passo ad un cuore fiorito levigato dal sandalo e di grande bellezza e varietà, con rosa,gelsomino,iris e chi più ne ha... 

Verso la base, sandalo e muschio di quercia si fanno sentire bene.  Anche il fondo, lascia  una bella sensazione di crema ben profumata. Questo extrait de parfum (più raro della versione Eau de Toilette, di cui peraltro si parla benissimo) non entra mai nel gourmand, come d'altronde raramente succedeva all'epoca, al contrario di oggi. Il tono si mantiene sempre alto e brillante. Assomiglia a Valentino donna classico ( quello con scatola rossa ) rispetto al quale ha uno scatto di eleganza e radiosità in più e uno di sex-appeal in meno. Nonostante un leggero sentore di passato (e il rischio di sfumature organiche sgradevoli quando ci sono assieme tanto gelsomino e tanto muschio di quercia naturali..), Vivre è un profumo a torto poco frequentato e merita di divenire un classico. Ne ha la tempra. 

VOTO : 8,5/9 (recensione su versione Parfum in foto, anche la EDT d'epoca ha un'alta reputazione)

lunedì 12 maggio 2014

Guerlain - Habit Rouge, eau de toilette


Habit rouge di Guerlain, un maschile classe 1965. Per Luca Turin fra i primi 10 profumi maschili in assoluto. E' comunque un classico , per molti una specie di Shalimar al maschile, un simbolo di eleganza e classicità/nobiltà. In effetti già dall'apertura qualcosa di Shalimar fa capolino: apre con forti note agrumate di limone ma già  al fondo c'è un tocco di pelle e di vaniglia e, più leggera,  quella sensazione di talco morbido che è tipica di Shalimar. Bello,di un'eleganza classica ed etereo/leggero. Scendendo si arricchisce con un bel cuore complesso di belle note floreali e legnose, per poi lasciare il posto ad una sempre gradita base in caldo stile Guerlain. Molto gradevole e fatto benissimo, ma per me non esaltante. Le recenti riformulazioni non accontentano tutti, anche se l'Eau de Parfum sembra raccogliere  più consensi : è più dolce, più Shalimar-like e per qualcuno con vocazione unisex.
VOTO 8,5 (recensione su versione edt vintage anni 90',scatola rossa con quadrato al centro,la reputazione più alta l'ha l'after shave vintage)

Gucci Nobile eau de toilette

Su Nobile di Gucci , eau de toilette del 1988,  nei siti i commenti superlativi degli users si sprecano e nei voti non compare quasi mai un "non mi piace", qualcuno tira in ballo il "sacro Graal". E' un pilastro del fougere italiano, interrotto da anni, è carissimo . E' un maschile fresco pulito molto elegante e formale, ma arricchito con tocchi che ne scaldano un pò il carattere algido del classicone da barbiere , a partire dal dragoncello/estragone in testa col suo lieve sentore anisico e il leggero piccante aromatico del rosmarino, ottima inserzione. Il cuore è netto con una prevalenza floreale di geranio-gelsomino. Verso il basso tanto sandalo e tanto muschio di quercia. Notevole ed elegante, anche se resta  forte l'impressione che Nobile graviti nella sfera dei gusti estetici di un profumo da rasatura di fresco e di ragazzo/uomo perbene devoto a mammà, vestito per la festa del paesello della provincia italiana (il che può essere un vantaggio per chi è interessato di folklore popolare). Sul genere preferisco Dolce e Gabbana prima maniera, più dinamico ed attuale, sempre nell'eleganza, e meno "inamidato" ed impinguinato. E, su un versante più esotico, Heritage edt vintage con la sua eleganza calda. Comunque ; buono e bello e benfatto, conformista ma coi fiocchi. Da provare, magari qualcuno ci si riconosce più di me. VOTO : 8,5 (Recensione su versione primi anni 90')