lunedì 24 febbraio 2014

Molyneux - Captain Molyneux

Captain Molyneux , anno di grazia 1975 , è un tripudio di naturale verde-aromatico-fougere. E' un profumo tracotante,  intenso di un'aromatico sfrontato e un pò guascone. Se Heritage di Guerlain è Sean Connery in bottiglia, Captain Molyneux è Chuck Norris in bottiglia. Ma è bello,bello,bello.

Un datato non datato,cioè, destinato a diventare un classico. "Classico" è qualcosa che per convenzione è riconosciuto come canone di riferimento in virtù del suo rango.
Quindi ,nonostante il gusto sia quello della sua epoca, Captain Molyneux sorvola tranquillamente la definizione di "datato" per involarsi nel pantheon delle cose valide per sempre.
Ci riesce perchè a differenza di molti suoi profumi coevi schiva ciò che potrebbe inchiodarlo solo a quell'epoca : non esagera con l'animalico, non  rimanda strettamente ad un barbiere, non è solo elegante ne solo ruspante ma un'ottimo ibrido. E zaffate di natura, fra lavanda, anisico, muschio, erbe aromatiche, legni, ecc.  Fra quelli venuti dopo, gli assomiglia Ebene di Balmain che ha un pizzico di eleganza in più ma un pò di natura in meno.
Il bigliettino che accompagna la confezione cita diversi ingredienti, ma se ne sentono molti altri non citati .
Bravo,VOTO : 9 (solo perchè i miei gusti personali vorrebbero uno zibetto ancora più contenuto.Recensione su prima versione vintage, quella col disegno argentato e non bianco)

lunedì 17 febbraio 2014

Profumi vintage "andati a male"? Un contestato articolo di Fragrantica

Fragrantica, il sito più frequentato di profumi a livello mondiale, ha pubblicato un articolo della brava Elena Voszniaki di Perfumeshrine dove i profumi vintage vengono descritti come perlopiù svaporati, alterati, scuri,ecc. lasciando l'impressione che siano un pò balordi e quindi sia meglio acquistare i prodotti nuovi...
La cosa NON è assolutamente vera ed automatica. Per esperienza diretta,comprare un profumo di 20/25/30 anni o più - sigillato,  ma anche se aperto e successivamente ben conservato-  può restituire più o meno lo stesso profumo di 20/25/30 anni prima.
La vera differenza la fanno l'uso e la conservazione :
1) Il fatto che sia stato già aperto o meno (e la frequenza con cui lo si è aperto). Ma anche se aperto e poi ben richiuso e conservato l'alterazione sarà molto bassa, quasi nulla.
2)La temperatura che dev'essere fresca.
3)La quantità di aria nella bottiglia che deve essere il più bassa possibile ; cioè, naturalmente è meglio un profumo quasi pieno che uno quasi vuoto.
4)La luce che dev'essere bassa.

Non si può negare che se non si sono osservate le regole sopra ci si possa trovare di fronte a ciofeche che sono l'ombra di ciò che furono: profumi scurissimi in cui la degradazione biologica è andata avanti a passi da gigante, profumi privi o quasi delle note di testa,ecc. Specialmente se erano profumi ad alta percentuale di oli essenziali rispetto all'alcool (quindi più facilmente gli EDP che gli EDT ed EDC).

Conta anche la natura degli oli presenti: si sa che gli agrumi e le conifere degradano/spariscono per primi, e ci si può trovare un profumo squilibrato a vantaggio degli ingredienti più duraturi e meno corruttibili nel tempo come il legno di sandalo,ecc.
Ma, basta avere  acquistato almeno una volta un bel profumo d'epoca sigillato o ben conservato per sapere che è più o meno lo stesso di 20/25 e più anni prima.
Qualcuno nei post di risposta parla apertamente di "bugie" ed ipotizza malignamente che ci sia una sorta di panico delle case e dei produttori di aromachemicals per la rinascita del vintage e molti dicono apertamente che con le nuove norme del'IFRA e della UE e la "tirannia" del sintetico indotta da queste, gran parte dei profumi attuali non valgono l'acquisto perchè non sono  buoni.
I grandi interessi economici all'assalto del passato? Chi vivrà vedrà...