Chamade di Guerlain (1969) , l'odore di una musa dei prati.
Dire "il più bello", di un profumo, è sempre un pò impegnativo, ma Chamade è senz'altro fra i primi floreali femminili in assoluto. Senza i fuochi d'artificio di Shalimar o le sdolcinature e fruttature di tanti profumi sul genere floreale. Sta sulla pelle come una pennellata di succo di fiori di rara delicatezza ed eloquenza.
Garbato e bello fin dall'apertura, questo fiorito orientale esordisce con la luce di galbano e giacinto e un pizzico di aldeidi (queste non mi piacciono) e si sviluppa lungo un continuum di fioriture fra lillà e rosa, gelsomino e giglio , con alcuni passaggi di bellezza straziante nelle sezioni medie fra la testa e la base.
Base dolce e screziata di resine orientali varie (non una vera e propria Guerlinade) che con discrezione, ma sofisticatamente, si annuncia già dalle prime battute per accompagnare in sottofondo lo sgranarsi floreale e poi aumentare progressivamente fino alla tipica chiusura polveroso/cipriata .
E' un profumo a luce verde. E' raffinato ma non "di lusso", è di più : perchè è il profumo della bellezza delle cose semplici che ci circondano. Non fosse per quelle aldeidi e per un pizzico di tono d'antan generale, s'affiancherebbe a Shalimar sull'Olimpo. Comunque, sta poco sotto la cima. "No place for brass monkey"
VOTO : 9/9,5 (recensione su versione vintage del 1993)
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